Xilema Paolo Ceola

La rivoluzione dell’Arte

L’espressione Ecologia Profonda [deep ecology] è stata coniata dal filosofo norvegese Arne Næss nel 1973. Si contraddistingue dall’ecologia come semplice branca delle scienze biologiche e dal mero ambientalismo. Presuppone infatti un cambio di prospettiva nel rapporto uomo-natura. L’uomo non più al centro con i propri interessi speculativi ma come parte di sistema più vasto.

In questo momento storico in cui il mondo sta assumendo forme a noi sconosciute l’Arte riesce a focalizzare l’attenzione su nuovi modi per riuscire a vivere in maniera equilibrata l’ecosistema che ci ospita.

L’opera dell’Artista diventa fondamentale per traghettare nuove consapevolezze. L’Arte ha da sempre anticipato tempi, stimolato riflessioni e cambiato le coscienze. Lo fa provocando, incantando, commuovendo, aprendo gli occhi ed il cuore.

L’Arte ci fa uscire da un antropocentrismo sterile che vuole avere tutto sotto controllo. Mentre paura, incertezza, senso di perdita, contemplazione ed estasi, convivono nell’opera di un artista, proprio perché non ha tutto sotto controllo ed è da questa perdita di controllo che la Natura gli parla. 

Promuoviamo l’Arte in natura per fare “esperienza della bellezza”, lasciando da parte le teorie e le speculazioni che si sostengono o si contraddicono ciclicamente.

Non è una teoria che ci porta alla Verità ma è allontanandocene e la Natura ci insegna proprio questo: come puoi giudicare che un fiore sia meglio di un altro colore? O la bontà dell’aquila che addenta un topolino? E l’abete bianco caduto con Vaia?

Esiste l’esigenza di un giudizio osservando il susseguirsi ciclico delle stagioni con la ri-nascita della primavera, la generosità dell’estate, la stagione del raccolto dell’autunno e il riposo meditativo dell’inverno? Una natura che non tende a niente, se non a manifestare bellezza…

Se le mettiamo un fine la vogliamo rendere “utile” ad una nostra teoria e ritorniamo nella visione limitata della mente che ha bisogno di risposte semplici: o si, o no.

Mentre in natura esiste e si manifesta incessantemente la complessità (sono affascinanti e sempre attuali gli studi sulla visione sistemica di Gregory Bateson, Edgar Morin, Fritjof Capra…)

Non esiste una goccia d’acqua uguale all’altra, tutto è continua creazione, manifestazione e se riusciamo a stupirci di questo, a coglierne la bellezza, a provare un senso di meraviglia non è certamente tramite una teoria, ma è attraverso la nostra esperienza personale.

L’esperienza dell’arte in natura ha la capacità di focalizzare l’attenzione e la tensione artistica in un atteggiamento di dialogo meditativo con gli elementi naturali.

La lingua della natura non è fatta di sintassi, regole grammaticali, logica… è fatta di profumi, colori, forme, consistenza, suoni, alchimia e di tanti altri elementi che si stanno studiando in neurobiologia e che ancora non conosciamo.

L’uomo si è allontanato dalla natura, ma È natura ed ha perso la capacità di parlare con lo stesso linguaggio e vivere in armonia con tutto ciò che lo circonda perché non si sente più parte di un sistema interdipendente. Si è perso questo sentire…

L’arte risveglia queste connessioni preziosissime ed è per questo che va sostenuta e promossa. Noi facciamo la nostra parte come Associazione e siamo aperti alle collaborazioni ed alle sinergie che nascono da questi valori condivisi.

 

foto: Xilema, Paolo Ceola. Laboratori artistici per scuole secondarie in collaborazione con NaturalArte 

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